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Prima di cercare la guarigione di qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.  
- Ippocrate -


Se hai frequentato almeno un livello di REIKI con Gisella, e sei in regola con l'associazione, puoi iscriverti al gruppo, su FB

Nel gruppo esploriamo  vari aspetti del Reiki: la pratica personale, la deontologia, il significato delle parole usate, la differenza dei metodi....
COSA E' REIKI?
Il significato
"REIKI" è  una parola composta dai pittogrammi giapponesi REI e KI: REI è l'energia  dell'universo (che non si vede, che è invisibile) e KI è l'energia individuale di ogni uomo.  
Nella visione indù, REI è la Shakti e KI è il Prana (il Qi, Chi cinese).

Molto spesso ho incontrato persone che, pur avendo partecipato a un corso di Reiki, non sapevano spiegare le differenze tra le versioni  dei kanji  che incontriamo e, soprattutto, rispondere a chi ce l'ha con il reiki a prescindere, senza esperienza personale, o con una unica esperienza da cui trae conclusioni generiche e imprecise.
                                                           
1) REIKI è una tecnica per collegarsi all'energia del Tutto e portarla consapevolmente in noi.
Chi afferma che REIKI significa   "prendere energia dai morti", ignora  che gli ideogrammi giapponesi (i kanji) derivano dagli ideogrammi cinesi e per questo si assomigliano: il Giappone, in origine, aveva una sua lingua ma non possedeva un metodo di scrittura. Gli ideogrammi  furono importati dalla Cina, a più riprese, in epoche diverse, così   subirono un adattamento.  I kanji (ideogrammi giapponesi) sono letti in due modi: uno è quello cinese (on) e l'altro è quello giapponese (kun) e  per ognuno dei due metodi  ci   possono essere più letture (interpretazioni).
                                
Se il kanji è seguito da un altro kanji è facilmente una lettura alla cinese, come nel caso di Rei Ki.

ReiKi: Kanji antico (sx) ed estrema dx; kanji moderno (centro)
Vuoi leggere il significato del kanji? [clicca]
Questo ci spiega che i kanji possono avere più letture e diverse sfumature di senso. Una mera traduzione dei segni porta ad interpretazioni spesso buffe, che disorientano in italiano; in Giappone i kanji "Reiki" sono stati individuati  anche sul furgone di  una ditta di condizionatori!
Infatti l’ideogramma Rei, così come tutti i kanji giapponesi, non ha un significato univoco, ma rimanda contemporaneamente ad un’area semantica abbastanza vasta.
Troviamo il kanji Rei in molte parole giapponesi dal significato inquietante, come ad esempio Yūrei (fantasma) oppure Reikon (anima, spirito) oppure Bōrei (morto, fantasma) ma anche in termini sicuramente più rassicuranti come Reiyaku (medicina straordinariamente efficace), Reikan (ispirazione, afflato), oppure Reiki (energia straordinaria, energia spirituale).
Pertanto ogni speculazione sui significati più torbidi è solo una mistificazione, dettata da ignoranza, superstizione, malafede (magari sono gli stessi che poi parlano di "aprire i chakra").

Quando chiedo a quanti parlano di "energia dei morti", cosa intendano, le persone  non sanno rispondere. Non ho ancora capito se in esse sonnecchia una inconscia paura dovuta ai film sugli zombie, o se - semplicemente - sono ancora molto confusi sulla realtà del mondo ultraterreno.

2) REIKI è una tecnica semplice e, che piaccia o meno, non brevettabile. Per questo esistono tanti metodi registrati, ma "REIKI", in quanto tale, non può diventare proprietà esclusiva (e forse questo dà fastidio a qualcuno).

3) REIKI può essere utilizzato da chiunque abbia compreso come funziona: NON FA PARTE  DEL SISTEMA SANITARIO!!!!  
Il fatto che  lo pratichino anche infermieri e medici, che sia accettato negli ospedali, conferma la sua funzione antalgica, rasserenante e di miglioramento al sistema immunitario, ma ricordiamo che negli ospedali italiani  è prevalentemente utilizzato da volontari che non sono personale sanitario. Non fatevi ingannare.

4) REIKI, che attinge all'energia che pervade il Tutto ("Tutto è energia" - A. Einstein), non piace alla Chiesa cattolica, perché presuppone e veicola una visione dell'uomo e del mondo non conforme alla "Rivelazione di Gesù Cristo".... cioè: solo Gesù Cristo e la Chiesa possono "guarire" le persone (ovvero: business delle indulgenze e dei miracoli).
Ma REIKI non è un atto taumaturgico!!!!! La veicolazione consapevole dell'energia è un atto di responsabilità verso se stessi, e verso chi non sia in grado di fare questo completamente da solo.  REIKI è accompagnamento alla presa di coscienza della propria condizione, da cui scaturiscono la consapevolezza della propria condizione e la volontà di migliorarsi (questo presuppone che REIKI sia utilizzato, non messo nel cassetto).
REIKI non invoca lo Spirito Santo, non afferma di essere un metodo dato da "Dio", né si guarnisce di fotografie di santi e guru. Tali affermazioni  e modalità sono espresse solo da ALCUNI insegnanti e seguaci che lo hanno confuso con una pratica devozionale.
E poi vale la pena ricordare che Gesù Cristo ha Svelato (tolto il velo a) concetti a cui la Chiesa ha rimesso il velo (ri/velato, velato di nuovo). In quest'ottica, si può capire che tutto ciò che libera le persone da una sottomissione intellettuale è combattuto.
(comunque ho conosciuto suore che il REIKI lo utilizzavano),
                              
Alcuni detrattori del REIKI fanno voce grossa, giudicano, dichiarando la negatività della tecnica tramite citazioni di fonti non verificabili:  DIO in persona (si fa per dire) o entità superiori che hanno parlato attraverso il pendolino, la scrittura automatica, il sogno, la meditazione. Ognuno porta acqua al suo mulino.

......Vi racconto:
Trovai in Rete, anni fa, un gruppo secondo cui Reiki, oltre che "energia dei morti"(1), era anche una tecnica manipolatoria inventata dai francescani.
Citavano la data del 15 agosto 1549, come quella scelta dal padre francescano  Francesco Saverio (che in realtà è stato uno dei fondatori della Compagnia di Gesù, quindi era un gesuita, e già questo errore dice molto),  per sbarcare in Giappone. La scelta della data, secondo tale gruppo, era stata scelta dal prete perché ricorrenza della festa  dell’Ascensione della Vergine Maria.
Peccato che il dogma dell'Assunzione di Maria Santissima al cielo è stato definito solo 401 anni dopo, nel 1950, da Papa Pio XII, al termine di un anno  santo che concludeva un periodo,  durato circa un secolo, di straordinario fervore devozionale  verso la Vergine Maria!!!
Siccome si trova veramente di tutto in Rete.

5) Non tutti i reikisti usano la tecnica eticamente, è vero. Alcuni  tendono a cadere nella confusione  che "avere un metodo per lavorare sulla propria energia" sia lo  scettro del potere, e quindi si lasciano andare ad affermazioni ed  atteggiamenti per plagiare le persone emotivamente deboli.                            
Ma questo non lo fanno solo i reikisti birbanti. L'atteggiamento,  l'intenzione, riguardano  l'individuo, non la tecnica in sé.
Non avete mai incontrato sedicenti spiritualisti, accaniti contro il reiki, tronfi di protagonismo e generosi di cattiveria  nei confronti di chi la pensa  diversamente da loro?
E che dire di seri professionisti della sanità, o eminenti prelati, che si macchiano di reati gravi contro le persone?

6)  Con REIKI, quando si lavora con gli altri, non si esaurisce la propria  energia, non occorre "ricaricarsi", come invece occorre fare con la pranoterapia (vedi anche "Prana, pranoterapia, reiki").
Né  si devono avere "poteri personali",  intesi come "quantità particolari di energia pranica", per avvicinarsi a questa tecnica. REIKI non fa una casta dei suoi utilizzatori.
Lo sapevate che sono molti i pranoterapeuti che usano REIKI, anche se non lo dicono?

7) Per praticare REIKI non occorre "aprire i chakra", e se vi viene raccontato questo, o se vi sono richieste pratiche fisiche strane, anche sessuali, scappate, a meno che non vi faccia piacere quanto vi è proposto, che però con REIKI non ha nulla a che fare.

8) L'attivazione al REIKI  è un altro tormentone: i soliti detrattori della tecnica la definiscono una pratica in cui si entra a far parte delle legioni demoniache.
In realtà l'attivazione è una cerimonia: un momento solenne in cui si esercita la scelta responsabile di accedere ad un utilizzo consapevole della propria energia e della relazione di questa con l'energia del Tutto. E' un momento di contatto con essa, percepibile in modo molto diverso da individuo a individuo, ma sempre molto emozionante.
Durante le attivazioni si ricevono i simboli del livello e del tipo di REIKI  a cui si sta accedendo o, come nel caso del "Reju", del Teate, ci si allinea con una intenzione particolare, diversa ad ogni livello.

Ho però incontrato individui convinti dell'aspetto pericoloso della attivazione, per via di "racconti di racconti terribili" a riguardo, sentiti, letti, e mai vissuti sulla propria pelle (quanto piace il "sentito dire"!)
Personalmente ritengo le dicerie, le testimonianze che non posso verificare di persona, pari ai fake e alle leggende metropolitane. E vale per  QUALSIASI argomento.

Una delle ultime volte che ho assistito a una critica aggressiva collettiva, nei confronti del REIKI è stato in un gruppo di stampo spiritualista.  Le offese e le affermazioni scritte a più riprese, sul "demoniaco" REIKI, mi hanno disgustato. Soprattutto il comportamento dell'owner, che aveva incoraggiato tale modalità, nei confronti di una persona  "colpevole" di essersi offerta per inviare reiki in aiuto a un malato (periodo covid), mi ha fatto riflettere molto su quanto le persone siano dissociate da se stesse, e blaterino (mi scusino i cammelli) buonismo e superiorità, seppur in un contesto che dovrebbe accogliere e non colpevolizzare. Ovviamente lasciai immediatamente il gruppo (sono grata a tale esperienza, perché mi ha aperto ulteriormente gli occhi sulla manipolazione),

Comunque, piccola lezione etimologica per chi parla di demoni:
Demone, dal greco antico δαίμων,  dáimōn, «essere divino» E' un essere che si pone a metà strada fra ciò  che è divino e ciò che è umano.
L'Anima è esattamente così: un intermediario tra la voce divina e l'uomo, che ad essa non può accedere direttamente perché non la capirebbe, o ne rimarrebbe ucciso, data la sua potenza.
                                                                
REIKI E'  PER TUTTI: chiunque voglia può apprendere la tecnica, chiunque può lavorare su di sé e con  gli altri.
REIKI insegna, prima di tutto, a dedicare tempo a se stessi.

REIKI non cura! Non risveglia dal coma, non allunga la vita, però permette alla persona di scegliere
se trarre o meno un insegnamento e una trasformazione, dalle esperienze vissute.

Essere buoni reikisti richiede di usarlo prima di tutto su di sé: "fare del bene agli altri" comincia dalla propria persona.
E ci si accorge quando una persona usa reiki per sé o meno.

Reiki. agendo su noi stessi, aiuta a mettere a nudo le intenzioni più vere e nascoste, come il desiderio di essere importanti per gli altri, la manipolazione esercitata sulle persone attraverso le proprie aspettative, la pretesa che siano gli altri a cambiare, ma non noi.
Ecco perché  moltissimi cercano REIKI, nel percorso di evoluzione e perché altrettanti lo rifiutano.





REIKI SHIKI RYOHO TEATE



Il metodo Shiki Ryoho-Teate, fu fondato nell'aprile 1922 (sulla base di un'esperienza spirituale del 1914) dal maestro buddhista giapponese di scuola "tendai", Mikao Usui (1865-1926).  
E' molto diffuso in occidente, dove però è stato successivamente influenzato dal "nuovo pensiero" americano: il metodo diffuso, e passato come metodo Usui, in realtà fu modifcato già nel 1931 dall'allievo Hayashi, e successivamente, alle Haway,  da Hawayo Takata (allieva di Hayashi). Quest'ultima  formò i "Masters" che portarono, dal 1980, il metodo in Europa (a partire dalla Gran Bretagna).

Quindi quello che conosciamo è il risultato di trasformazioni del metodo originale di Usui, che continua ad essere per molti versi sconosciuto, perché gli occidentali, che piaccia o no, non hanno tutt'ora accesso al reiki praticato attualmente presso la Usui Reiki Ryoho Gakkai (organizzazione con sede a Tokyo, fondata  da Usui).  

Inizialmente consisteva di tre livelli, di cui il terzo corrispondeva al "master".
In seguito alcuni insegnanti hanno allungato il percorso spostando il "master" al quarto livello, per favorire l'apprendimento di tecniche e concetti che per molti occidentali sono tutt'ora difficili. In questo metodo, detto "Reiki Universale", si è passati da quattro attivazioni a una,
Alcuni insegnanti continuano a mantenere i soli tre livelli, altri impongono un percorso piuttosto lungo per arrivare al terzo livello/master.
I costi sono ugualmente molto vari.
Il consiglio è non fidarsi di chi dice che regala tutto (e poi vi fa pagare il pranzo, la dispensa, i cristalli, la foto di Usui, l'acqua benedetta,...): deve sempre esserci uno scambio, e il denaro è la via più semplice per evitare che si instauri un karma di debito.





REIKI metodo MODERNO



COME SONO PASSATA AL REIKI  che ho chiamato "MODERNO" (di Ish Gisella Cannarsa)
Un tempo "REIKI"  era il termine usato per indicare qualsiasi tecnica che insegnasse a gestire il lavoro personale con l'energia. La scuola più famosa è attribuita a Mikao Usui, giapponese, forse perché  quella più organizzata, metodica.
Ma,  non era l'unica.

Oggi esistono tanti  metodi di reiki e tanti tipi di corsi di reiki.
I METODI esprimono  tecniche finalizzate a traguardi un  po' diversi tra loro. Ad esempio:
"Usui", "Universale", "Komyo", "Seichem", "Karuna", "Vajra Tummo", "Kundalini", "degli Angeli", "dei Cristalli", ecc.....
Cosa cambia? L'insieme delle norme applicate, in base alle percezioni e convinzioni individuali di chi ha ideato il metodo.

I CORSI si differenziano tra loro per ulteriori scelte ed interpretazioni dell'insegnante, che mantiene rigidamente immutati, o al contrario, personalizza i contenuti, proponendo programmi con più o meno meditazioni, più o meno storia del reiki, più o meno pratica reiki, più  o meno attaccamento alle tradizioni, più o meno ritualità e devozione...  
                                
Questo ha implicato, per esempio,  che nella realtà attuale i metodi "Usui", "Karuna", "Seikem"  ecc, sono insegnati in modi molto diversi, nei corsi sul mercato.
Ma non si può dire che un metodo sia meglio dell'altro. Funzionano tutti,  se si mettono in pratica le tecniche, al di là di quello che è il "ricamo esperienziale" di ogni insegnante (il "master").
Non si può nemmeno dire che un corso  sia meglio di un altro: non è nello spirito del reiki criticare negativamente, perché c'è consapevolezza che ognuno sceglie ciò di cui ha bisogno in quel  momento.
                                    
I vari Reiki, come ogni tecnica antica, hanno quindi subito molte trasformazioni ed adattamenti che li hanno resi più   comprensibili, a volte più  appetibili e "facili" e,  sicuramente, più commerciali: ma al  di là del problema "denaro" (che  ogni tanto qualche master novello -  bisognoso molto di attirare  l'attenzione e ancora  squilibrato nel suo rapporto con l'energia "materiale" che il denaro   rappresenta - crede di  risolvere offrendo corsi  gratuiti), ci si deve avvicinare a questa disciplina con curiosità e   voglia di sperimentare, consapevoli  che acquisire volontariamente una tecnica per lavorare su di sé è una   RESPONSABILITA' PERSONALE, perché   toglie l'alibi di non saper come  dedicare tempo a se stessi!
Da quando   cominciai con reiki (1994)  è passato tanto tempo. Ho incontrato molti  metodi e molti insegnanti. Alcune cose mi sono piaciute, altre  proprio no. Alcune le ho superate, accantonate, alcune le ho trasformate.
Perché anche io, come tutti, sono in continuo cambiamento,
         
Ad un certo punto del mio cammino (2010) ho sentito la  necessità di modificare i corsi che portavo.
E in seguito ho anche sentito il bisogno di prendere le distanze da quello che non mi apparteneva più. Sentivo il  bisogno di togliere fronzoli poco in  sintonia con il concetto di "energia di aiuto" e la consapevolezza del suo utilizzo.

Per questo ho chiamato il "mio" metodo "Reiki Moderno", nel 2011.
Mi sono lentamente distaccata dalla tradizione (peraltro fatta di racconti a volte molto contrastanti), semplificando tutto.
Ho voluto rendere il metodo  "il più semplice possibile", perché chi si avvicina a reiki ha bisogno  di cose semplici, ma senza semplicismi: per capire, per  sperimentare, per decidere se fa  parte della sua strada o no.
E per  imparare velocemente, così da  applicarlo subito.
                                
La spiritualità che possiamo    intravedere nel reiki è legata al   fatto che in esso è sottolineata una  realtà che va al di là della materia tangibile, ovvero l'energia. Ma non essendo una religione, reiki non crea un contatto privilegiato con "Dio", non dona poteri  soprannaturali. Non rende  migliori, se non si ha volontà di essere migliori.
In compenso può  accompagnare nel cammino introspettivo,  meditativo, perché sostiene  psicofisicamente, quando si ha il   coraggio di guardare in faccia le proprie limitazioni ed elaborarle.
     
            
Così ho preferito definire il mio metodo  "Reiki Moderno":  trova le sue  radici nel metodo Reiki di Usui (Shiki Ryoho e Teate), di cui utilizzo i quattro simboli e ad esso  ho affiancato - nella sua integrità - il reiki Tibetano Vajra gTummo, dedito allo sviluppo della Volontà personale.


Pertanto il    reiki che insegno  è come il  re nudo: privo di  promesse di "cura e facile guarigione", scevro da implicazioni di chakra apribili e kundalini galoppanti. Forse poco misterioso e troppo semplice, per  alcuni. Ma perché dire cose che per me non sono vere?                                    



REIKI TIBETANO VAJRA gTUMMO



REIKI TIBETANO   VAJRA   gTUMMO   
                                                                           
Questo reiki  è strettamente correlato alla pratica  di  liberazione da pensieri, paure, intenzioni, generati da quel  bagaglio di informazioni  energetiche che costituiscono la  personalità.    
Deriva da insegnamenti legati al buddhismo shingon (“shingon” significa “vera parola”, ed è il corrispondente giapponese del termine sanscrito “mantra”). Il buddhismo shingon è scuola fondata dal monaco Kukai, che elaborò la propria sintesi delle pratiche e delle dottrine esoteriche, basate sul culto del Buddha cosmico Vairocana (detto anche la “personificazione della beatitudine” del Buddha Siddharta Gautama).  

Kukai portò una innovazione, nella visione religiosa: le divinità dello scintoismo (chiamate shin), i deva (divinità che emanano luce, di derivazione hindu) e le divinità cinesi, tutti considerati fino ad allora come esseri prigionieri del ciclo delle rinascite, secondo Kukai appartenevano invece al regno dell'illuminazione in quanto manifestazioni di buddha e bodhisattva. Ovvero Esseri Risvegliati ed Illuminati.                          
 
Pertanto questo reiki tibetano è strettamente correlato alla liberazione consapevole, tramite impegno nella pratica, da pensieri, paure, intenzioni, azioni, generati  da  quel  bagaglio di informazioni energetiche (ricordi inconsapevoli) che generano azioni e pensieri che alimentano e trattengono nel debito karmico.

I metodi chiamati “Vajra Reiki”, “Vajra-Tummo Reiki”, “gTummo Reiki”, “Tibetan Reiki”, ed anche il “Kundalini Reiki” sono tutti, più o meno, espressione della tecnica Vajra Tummo: ogni nome e metodo attinge alla tradizione della simbologia del Fulmine, del Diamante e del Fuoco Sacro (Kundalini).  La differenza è data dalle percezioni e modifiche poste dai Master, nel corso degli anni.
Wade Ryan modificò e rinominò il Johrei Reiki, chiamandolo Vajra Reiki. E così il Raku Kei Reiki, di Arthur Robertson.
 
Il Tera Mai di Katleen Milner e l’Usui Tibetan Reiki di William Rand sono stati ugualmente influenzati dal sistema tibetano.

Qualcuno ha ipotizzato che il reiki, per come lo consideriamo e conosciamo in generale, proviene dal Buddismo Vajrajana, di origine Tibetana. Un certo generale George Blackwell acquistò delle lettere e appunti che, Mikao Usui Sensei (fondatore del Reiki Shiki Ryoho & Teate), indirizzò al suo più stretto allievo Watanabe Sensei, che divenne in seguito anche presidente dell’Usui Reiki Rhyoho Gakkai. Il contenuto, tradotto, presentava regole ricostruite del “Tantra del fulmine”, appunto.  
Ma questo potrebbe solo significare che Usui era a conoscenza di tecniche praticate in Tibet, simili, e non uguali, alle sue.

Vajra  gTummo (se vuoi   leggerlo correttamente pronuncia "vagira tummo"), si   fonda sulla concezione   tibetana dell'energia   e del suo utilizzo,  secondo i principi  antichi del passaggio dell'energia cosmica all'Uomo che ha   intrapreso  consapevolmente un  viaggio spirituale.
Vajra è un termine sanscrito che significa "folgore" ed anche  "diamante".



Il simbolismo ci insegna che per espletare le sue  priorità (la  trasformazione nella perfezione   diamantina), l'uomo  non può soffermarsi   alle sole migliori intenzioni (spesso  solo verbali!). E tantomeno può sperare di essere assolto dalle sue responsabilità senza impegno personale.
                                                                                         
Il successo di questo percorso di trasformazione, quindi dipende dalla  volontà individuale di non  identificarsi in quelli che chiamiamo "problemi", e dalla capacità di   insistere per trasformare in "fuoco elettrico", energia utile, quella energia primordiale che tendiamo a sfruttare in modo animalesco.

Nel primo grado (Vajra) si affronta un grande  lavoro sulle paure, sui desideri della  personalità e sulla preparazione, percezione e disponibilità personale per quel canale energetico entro cui  scorrerà naturalmente  (e non per stimolo  forzato, quindi  anzitempo),  il Ponte Antahkarana (il Filo della  Coscienza, o Filo d'Oro) vero e proprio collegamento tra la mente inferiore e quella superiore, ovvero ciò che permette di superare il diaframma esistente tra il quarto e il terzo sottopiano del Piano Mentale  per  proseguire nell’evoluzione, oltre la personalità (vedi Corso di Approfondimento di Anatomia Sottile: Corpo Fisico-Eterico)
                                                                                   
Rispetto ad altre versioni di reiki tibetano, il metodo da me insegnato non intende innescare  alcun tipo di "effetto  speciale", non promette risvegli  improbabili (e pericolosi) di  Kundalini e - sia chiaro - non ha implicazioni sessuali.  E' un metodo per lavorare su se stessi, e non su altri; non serve a manipolare volontà e azioni altrui.

Accompagna lo studente nella comprensione dell'importanza della spiritualizzazione degli istinti, così da intraprendere vie superiori di espressione. Vuole rendere la persona cosciente del suo fardello e desiderosa di alleggerirsene, attraverso un impegno diretto, abbandonando così alcune zavorre  dell'ego inferiore,  per prepararsi ad accogliere la voce  dell'Anima.
                                        
"gTummo"  è il termine tibetano con cui si indica il  Fuoco Interiore, proprio di ogni  individuo.
E' una fiamma sopita, un fuoco Sacro da alimentare  e proteggere.
Nel  secondo grado (appunto il gTummo)  il lavoro è mirato  alle intenzioni: una volta riconosciuto   l'accentrarsi  dell'attaccamento su questa o quella funzione (dei cakra  corrispondenti), e   individuate le   influenze subite  (aumenta la capacità di discriminazione cosciente), si può intervenire per   "potenziare o ridurre"   l'intenzione sentita.  Si trasforma così il  mero desiderio, ci si   sposta su ben più   opportuni atti di   Volontà (vi consiglio di leggere i libri del dott. Roberto Assagioli).
                                                
Il  reiki Vajra gTummo,   rispetto ad altri  reiki, che spostano l'attenzione sui malesseri altrui, ha  la  caratteristica  di accompagnare l'allievo nel SUO percorso di scoperta dei suoi limiti, educandolo alla pazienza e  all'importanza di  voler bene a se  stessi,  così da essere di  aiuto al prossimo nel "fare senza fare".
                                                
E' quindi un reiki poco "commerciale" (rispetto a quelli che promettono soluzioni miracolose),  a cui si avvicinano animi desiderosi di impegnarsi veramente su se stessi,  che non sono alla ricerca del  "soldo facile" né del detersivo per pulire il karma con una passata di spugna.                                             
                                         
La "Iniziazione al Cristallo" e il "Percorso dell'Antahkarana" sono due brevi corsi estratti da questo metodo, che possono essere svolti anche a distanza, per chi non voglia seguire il percorso reiki. In essi è presente lo spirito che pervade il metodo: la necessità di esercitarsi, applicare gli insegnamenti acquisiti.
Soprattutto il "Percorso dell'Antahkarana" richiede applicazione quotidiana,

RICERCHE SCIENTIFICHE,  EFFETTI DEL REIKI, STRUTTURE SANITARIE IN CUI E' ACCETTATO
L’ Helfgott Research Institute, presso il National College of Naturopathic Medicine (Portland, Oregon, USA) ha realizzato lo studio "The Effect of Reiki on the Immune
System".
Questo studio ha esaminato gli effetti del Reiki sui globuli bianchi dei volontari collocati in 3 gruppi: coloro che hanno ricevuto il Reiki, coloro che si sono solo rilassati, coloro
che non hanno sperimentato nè il Reiki nè il rilassamento. Il sangue è stato prelevato prima del trattamento, subito dopo il trattamento e quattro ore dopo.
I risultati della ricerca evidenziano l’aumento del numero di globuli bianchi per coloro che hanno ricevuto il Reiki.
I risultati della ricerca divulgati nel 2004  hanno dimostrato che gli effetti positivi del Reiki sul sistema immunitario possono essere misurati scientificamente. I pazienti che
hanno ricevuto Reiki hanno sperimentato un aumento della conta dei globuli bianchi e dei globuli rossi. I pazienti che erano in gruppi di controllo hanno sperimentato
pochissimi cambiamenti

Questa ricerca non è l'unico esempio di studio scientifico sul Reiki.
Anche i pazienti con malattie croniche possono trarre grandi benefici da un miglioramento del funzionamento del sistema immunitario e neuroendocrino.
Lo dimostra  lo studio “The efficacy of Reiki hands-on healing: improvements  in spleen and nervous system function as quantified by electrodermal  screening” finalizzato a
verificare i benefici del Reiki sullo stato di salute di pazienti con malattie croniche valutati mediante screening elettrodermico. Clicca per leggere in originale

OSPEDALI E STRUTTURE ITALIANE  IN CUI E' PRESENTE IL REIKI
MILANO
  • Ospedale San Carlo Borromeo di Milano ha realizzato attività sull’applicazione del Reiki all’emicrania.
  • Istituto Nazionale Tumori ha utilizzato il Reiki presso la divisione di cure palliative, riabilitazione e Hospice (all’interno del Gruppo Me.Te.C.O., Medicine e Terapie
Complementari in Oncologia)
  • UOC-Onco-Geriatria dell’Istituto Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio” di Milano nel 2005 ha utilizzato il Reiki nel trattamento dei pazienti oncologici anziani con un tumore in
fase terminale
TORINO
  • Presidio Infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, da gennaio a marzo 2018 è stato realizzato il Progetto “Reiki in Ospedale” finalizzato a ridurre il dolore nei
piccoli pazienti e nei loro genitori.
  • Tra il 2004 e il 2005: Ospedale San Giovanni Battista di Torino. e' stato realizzato il Progetto presso il C.O.E.S. (Centro Oncologico Ematologico Subalpino). L’American
Journal of Hospice and Palliative Medicine ha dedicato un articolo, presente su PubMed
  • Fondazione FARO: nel 2012   ha cominciato a fornire trattamenti Reiki ai pazienti ricoverati in hospice.

MANTOVA
Dal 2016 all’Ospedale Carlo Poma di Mantova grazie a un’iniziativa dell’Istituto Oncologico Mantovano per i reparti di oncologia e cure palliative.

ASTI
  • LOspedale Cardinal Massaia: dal gennaio 2008 effettua trattamenti Reiki sui pazienti nel reparto di Oncologia. Il Primario del reparto di Oncologia, Dott. Franco Testore,
ha avviato una ricerca scientifica sulla valenza dei trattamenti Reiki per gli ammalati sottoposti a chemio o radioterapia.
  • Nel 2019 il Reiki è stato esteso anche al “Centro di Cura delle Stomie e riabilitazione del pavimento pelvico” del presidio ospedaliero grazie all’Apistom, Associazione
Stomizzati ed Incontinenti della Provincia di Asti.
ALESSANDRIA
Reparto di oncologia dell’ospedale di Ovada: le pazienti hanno sperimentato il Reiki all’interno del progetto sperimentale C.I.G.N.O. (Come Immaginare la Gestione di una
Nuova Oncologia) con il supporto dell’Associazione Vela Onlus.
GENOVA
  • Ospedale Policlinico San Martino – IRCCS : sono utilizzati i trattamenti Reiki con le pazienti in cura con radioterapia e chemioterapia all’interno del Progetto Ancora Don-
na.
  • ASL4 di Chiavari: dal 2010 utilizza il Reiki come supporto nei disturbi del comportamento alimentare.
SAVONA
Presso la Clinica “San Michele” di Albenga (SV) , una Casa di Cura che integra Reiki ed altri approcci olistici nel perseguire il benessere dei pazienti, dal 2016 diversi
operatori sono stati formati al primo livello Reiki
VICENZA
  • Dicembre 2010: è stato tenuto presso il Servizio per le Tossicodipendenze e l’Alcologia (Ser.T) di Vicenza (ULSS 6) un corso di Reiki di Primo Livello riservato ai diri-
genti ed ai responsabili delle varie aree del Ser.T. A seguito del corso si è deciso di proseguire con il progetto sperimentale ed il Ser.T ha inserito tra i suoi programmi di
recupero di soggetti alcool dipendenti, anche la disciplina del Reiki.  
  • Gennaio 2011: è stato tenuto presso il Ser.T un corso di Reiki di Primo Livello rivolto ai soggetti alcool dipendenti che hanno deciso di aderire al progetto sperimen tale
“Reiki For Me”.
  • Dal 2011 al 2016 si è tenuto, ogni anno, presso il Ser.T di Vicenza, corsi di Reiki di Primo Livello, sempre rivolti ai soggetti alcool dipendenti.
  • Dal 2014 il progetto “Mi curo di te” porta il Reiki ai pazienti oncologici dell’Hospice e del reparto di oncologia a Bassano del Grappa (Vicenza) grazie all’Associazione
Oncologica San Bassiano-Onlus.
   
ROVIGO
Al Day Hospital Oncologico dell’Ospedale di Rovigo le volontarie della LILT offrono trattamenti e corsi Reiki.
   
PARMA
Nel  febbraio  2010  è  stato  attivato  presso  il  Centro Cure Palliative di Fidenza (PR) un  progetto che  vede  inserita la tecnica Reiki all’interno dei piani di cura dei pazienti
ospitati.
   
PIACENZA
Dal 2016 il Reiki è stato utilizzato presso l’unita operativa di  oncologia dell’ospedale di Piacenza.  Attualmente l’attività viene  gestita dalla Onlus NOI – Nuova Oncologia
Integrata  – fondata dagli stessi operatori iniziarono ad offrire attività di  supporto non farmacologico ai pazienti oncologici e presieduta dalla  dott.ssa Livia Bidin, oncologa
diplomata in agopuntura che lavora in  ospedale.
   
REGGIO EMILIA
  • Nei servizi socio sanitari per anziani (case residenze e centri diurni) dell’ASP Sartori  (Unione di Comuni Val d’Enza) in provincia di Reggio Emilia , vengono  offerti
trattamenti Reiki ad alcuni ospitI, da parte di una associazione
  • Nel  2014 è stato realizzato un corso reiki di primo livello per operatori  sanitari e socio-sanitari (Progetto Reiki: il tocco come empatia,  attenzione, energia) presso la
Casa Residenza “Villa Diamante” (ASP Carlo Sartori) a Campegine (RE), presentato dall’Associazione Maylea.
   
LUCCA
L’Ospedale “Versilia” a Lido di Camaiore (Azienda  Sanitaria della Regione Toscana) per un certo periodo di tempo ha  inserito i trattamenti Reiki tra i servizi a pagamento
prenotabili  presso il CUP.
   
ROMA
  • Il Reiki viene praticato all’Istituto Tumori del Regina Elena. Questo è il video di presentazione del progetto. Leggi il progetto di ricerca riguardante l’impatto del Reiki sugli
effetti collaterali nei pazienti con neoplasia testa-collo in trattamento radioterapico.
  • Il Reiki viene praticato regolarmente al Reparto di Neurochirugia dell’Ospedale San Filippo Neri da una volontaria ex paziente.
   
TERAMO
Dal 2014 al 2016 all’Hospice di Teramo  è stato realizzato un progetto pilota per valutare l’efficacia del  Reiki nella riduzione dello stress psico fisico dei caregiver.
   
FOGGIA
Nel 2013/2014 è stato realizzato il Progetto “Reiki in corsia” con trattamenti Reiki dei pazienti dei reparti: pediatrico, geriatrico, reumatologico, ostetrico e oncologico.
   
REGGIO CALABRIA
Nel 2016 il Centro di Assistenza Oncologica di Siderno (RC) lancia il progetto “Reiki in oncologia” e propone trattamenti Reiki ai propri pazienti.
   
PALERMO
All’Ospedale San Raffaele di Cefalù nel 2014 è stata realizzata la seconda edizione del progetto “Reiki e gravidanza” per il personale socio sanitario; nel 2015 un Corso di
Reiki per il trattamento del dolore. Il Reiki viene utilizzato nei corsi di accompagnamento alla nascita.
Gisella Cannarsa, libera sperimentatrice del diversamente conosciuto, tessitrice di sogni
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