Prima di cercare la guarigione di qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.
- Ippocrate -
Qui riporto la mia esperienza con il Reiki (nel 2024 festeggio i 30 anni), i metodi per i quali sono diventata insegnante e il mio pensiero su questa tecnica, di cui alcuni parlano a sproposito. Periodicamente aggiungo qualche articolo. | |||
COSA E' REIKI | IL SIGNIFICATO DEI KANJI | ||
REIKI IN SINERGIA | REIKI PER TERAPEUTI | REIKI E AROMATERAPIA | PRANA, PRANOTERAPIA, REIKI |
REIKI E CRESCITA PERSONALE | REIKI E IL TORMENTONE DELLA GRATUITA' | REIKI E MEDICINA CINESE | REIKI E PRANOTERAPIA NON SONO ATTI TAUMATURGICI |
REIKI E INTENTO NON INTENZIONALE | COME SCEGLIERE UN CORSO DI REIKI | REIKI E OLI ESSENZIALI IN DIFFUSIONE | UN ARTICOLO SUL REIKI PUBBLICATO NEL 2006 |
(il mio lignaggio REIKI) |
Nel gruppo esploriamo vari aspetti del Reiki: la pratica personale, la deontologia, il significato delle parole usate, la differenza dei metodi....
COSA E' REIKI?
Il significato "REIKI" è una parola composta dai pittogrammi giapponesi REI e KI: REI è l'energia dell'universo (che non si vede, che è invisibile) e KI è l'energia individuale di ogni uomo. Nella visione indù, REI è la Shakti e KI è il Prana (il Qi, Chi cinese). Molto spesso ho incontrato persone che, pur avendo partecipato a un corso di Reiki, non sapevano spiegare le differenze tra le versioni dei kanji che incontriamo e, soprattutto, rispondere a chi ce l'ha con il reiki a prescindere, senza esperienza personale, o con una unica esperienza da cui trae conclusioni generiche e imprecise. 1) REIKI è una tecnica per collegarsi all'energia del Tutto e portarla consapevolmente in noi. Chi afferma che REIKI significa "prendere energia dai morti", ignora che gli ideogrammi giapponesi (i kanji) derivano dagli ideogrammi cinesi e per questo si assomigliano: il Giappone, in origine, aveva una sua lingua ma non possedeva un metodo di scrittura. Gli ideogrammi furono importati dalla Cina, a più riprese, in epoche diverse, così subirono un adattamento. I kanji (ideogrammi giapponesi) sono letti in due modi: uno è quello cinese (on) e l'altro è quello giapponese (kun) e per ognuno dei due metodi ci possono essere più letture (interpretazioni). Se il kanji è seguito da un altro kanji è facilmente una lettura alla cinese, come nel caso di Rei Ki. | ||
ReiKi: Kanji antico (sx) ed estrema dx; kanji moderno (centro) Vuoi leggere il significato del kanji? [clicca] | ||
Questo ci spiega che i kanji possono avere più letture e diverse sfumature di senso. Una mera traduzione dei segni porta ad interpretazioni spesso buffe, che disorientano in italiano; in Giappone i kanji "Reiki" sono stati individuati anche sul furgone di una ditta di condizionatori! Infatti l’ideogramma Rei, così come tutti i kanji giapponesi, non ha un significato univoco, ma rimanda contemporaneamente ad un’area semantica abbastanza vasta. Troviamo il kanji Rei in molte parole giapponesi dal significato inquietante, come ad esempio Yūrei (fantasma) oppure Reikon (anima, spirito) oppure Bōrei (morto, fantasma) ma anche in termini sicuramente più rassicuranti come Reiyaku (medicina straordinariamente efficace), Reikan (ispirazione, afflato), oppure Reiki (energia straordinaria, energia spirituale). Pertanto ogni speculazione sui significati più torbidi è solo una mistificazione, dettata da ignoranza, superstizione, malafede (magari sono gli stessi che poi parlano di "aprire i chakra"). Quando chiedo a quanti parlano di "energia dei morti", cosa intendano, le persone non sanno rispondere. Non ho ancora capito se in esse sonnecchia una inconscia paura dovuta ai film sugli zombie, o se - semplicemente - sono ancora molto confusi sulla realtà del mondo ultraterreno. 2) REIKI è una tecnica semplice e, che piaccia o meno, non brevettabile. Per questo esistono tanti metodi registrati, ma "REIKI", in quanto tale, non può diventare proprietà esclusiva (e forse questo dà fastidio a qualcuno). 3) REIKI può essere utilizzato da chiunque abbia compreso come funziona: NON FA PARTE DEL SISTEMA SANITARIO!!!! Il fatto che lo pratichino anche infermieri e medici, che sia accettato negli ospedali, conferma la sua funzione antalgica, rasserenante e di miglioramento al sistema immunitario, ma ricordiamo che negli ospedali italiani è prevalentemente utilizzato da volontari che non sono personale sanitario. Non fatevi ingannare. 4) REIKI, che attinge all'energia che pervade il Tutto ("Tutto è energia" - A. Einstein), non piace alla Chiesa cattolica, perché presuppone e veicola una visione dell'uomo e del mondo non conforme alla "Rivelazione di Gesù Cristo".... cioè: solo Gesù Cristo e la Chiesa possono "guarire" le persone (ovvero: business delle indulgenze e dei miracoli). Ma REIKI non è un atto taumaturgico!!!!! La veicolazione consapevole dell'energia è un atto di responsabilità verso se stessi, e verso chi non sia in grado di fare questo completamente da solo. REIKI è accompagnamento alla presa di coscienza della propria condizione, da cui scaturiscono la consapevolezza della propria condizione e la volontà di migliorarsi (questo presuppone che REIKI sia utilizzato, non messo nel cassetto). REIKI non invoca lo Spirito Santo, non afferma di essere un metodo dato da "Dio", né si guarnisce di fotografie di santi e guru. Tali affermazioni e modalità sono espresse solo da ALCUNI insegnanti e seguaci che lo hanno confuso con una pratica devozionale. E poi vale la pena ricordare che Gesù Cristo ha Svelato (tolto il velo a) concetti a cui la Chiesa ha rimesso il velo (ri/velato, velato di nuovo). In quest'ottica, si può capire che tutto ciò che libera le persone da una sottomissione intellettuale è combattuto. (comunque ho conosciuto suore che il REIKI lo utilizzavano), Alcuni detrattori del REIKI fanno voce grossa, giudicano, dichiarando la negatività della tecnica tramite citazioni di fonti non verificabili: DIO in persona (si fa per dire) o entità superiori che hanno parlato attraverso il pendolino, la scrittura automatica, il sogno, la meditazione. Ognuno porta acqua al suo mulino. ......Vi racconto: Trovai in Rete, anni fa, un gruppo secondo cui Reiki, oltre che "energia dei morti"(1), era anche una tecnica manipolatoria inventata dai francescani. Citavano la data del 15 agosto 1549, come quella scelta dal padre francescano Francesco Saverio (che in realtà è stato uno dei fondatori della Compagnia di Gesù, quindi era un gesuita, e già questo errore dice molto), per sbarcare in Giappone. La scelta della data, secondo tale gruppo, era stata scelta dal prete perché ricorrenza della festa dell’Ascensione della Vergine Maria. Peccato che il dogma dell'Assunzione di Maria Santissima al cielo è stato definito solo 401 anni dopo, nel 1950, da Papa Pio XII, al termine di un anno santo che concludeva un periodo, durato circa un secolo, di straordinario fervore devozionale verso la Vergine Maria!!! Siccome si trova veramente di tutto in Rete. 5) Non tutti i reikisti usano la tecnica eticamente, è vero. Alcuni tendono a cadere nella confusione che "avere un metodo per lavorare sulla propria energia" sia lo scettro del potere, e quindi si lasciano andare ad affermazioni ed atteggiamenti per plagiare le persone emotivamente deboli. Ma questo non lo fanno solo i reikisti birbanti. L'atteggiamento, l'intenzione, riguardano l'individuo, non la tecnica in sé. Non avete mai incontrato sedicenti spiritualisti, accaniti contro il reiki, tronfi di protagonismo e generosi di cattiveria nei confronti di chi la pensa diversamente da loro? E che dire di seri professionisti della sanità, o eminenti prelati, che si macchiano di reati gravi contro le persone?6) Con REIKI, quando si lavora con gli altri, non si esaurisce la propria energia, non occorre "ricaricarsi", come invece occorre fare con la pranoterapia (vedi anche "Prana, pranoterapia, reiki"). Né si devono avere "poteri personali", intesi come "quantità particolari di energia pranica", per avvicinarsi a questa tecnica. REIKI non fa una casta dei suoi utilizzatori. Lo sapevate che sono molti i pranoterapeuti che usano REIKI, anche se non lo dicono? 7) Per praticare REIKI non occorre "aprire i chakra", e se vi viene raccontato questo, o se vi sono richieste pratiche fisiche strane, anche sessuali, scappate, a meno che non vi faccia piacere quanto vi è proposto, che però con REIKI non ha nulla a che fare. 8) L'attivazione al REIKI è un altro tormentone: i soliti detrattori della tecnica la definiscono una pratica in cui si entra a far parte delle legioni demoniache. In realtà l'attivazione è una cerimonia: un momento solenne in cui si esercita la scelta responsabile di accedere ad un utilizzo consapevole della propria energia e della relazione di questa con l'energia del Tutto. E' un momento di contatto con essa, percepibile in modo molto diverso da individuo a individuo, ma sempre molto emozionante. Durante le attivazioni si ricevono i simboli del livello e del tipo di REIKI a cui si sta accedendo o, come nel caso del "Reju", del Teate, ci si allinea con una intenzione particolare, diversa ad ogni livello. Ho però incontrato individui convinti dell'aspetto pericoloso della attivazione, per via di "racconti di racconti terribili" a riguardo, sentiti, letti, e mai vissuti sulla propria pelle (quanto piace il "sentito dire"!) Personalmente ritengo le dicerie, le testimonianze che non posso verificare di persona, pari ai fake e alle leggende metropolitane. E vale per QUALSIASI argomento. Una delle ultime volte che ho assistito a una critica aggressiva collettiva, nei confronti del REIKI è stato in un gruppo di stampo spiritualista. Le offese e le affermazioni scritte a più riprese, sul "demoniaco" REIKI, mi hanno disgustato. Soprattutto il comportamento dell'owner, che aveva incoraggiato tale modalità, nei confronti di una persona "colpevole" di essersi offerta per inviare reiki in aiuto a un malato (periodo covid), mi ha fatto riflettere molto su quanto le persone siano dissociate da se stesse, e blaterino (mi scusino i cammelli) buonismo e superiorità, seppur in un contesto che dovrebbe accogliere e non colpevolizzare. Ovviamente lasciai immediatamente il gruppo (sono grata a tale esperienza, perché mi ha aperto ulteriormente gli occhi sulla manipolazione), Comunque, piccola lezione etimologica per chi parla di demoni: Demone, dal greco antico δαίμων, dáimōn, «essere divino» E' un essere che si pone a metà strada fra ciò che è divino e ciò che è umano. L'Anima è esattamente così: un intermediario tra la voce divina e l'uomo, che ad essa non può accedere direttamente perché non la capirebbe, o ne rimarrebbe ucciso, data la sua potenza. REIKI E' PER TUTTI: chiunque voglia può apprendere la tecnica, chiunque può lavorare su di sé e con gli altri. REIKI insegna, prima di tutto, a dedicare tempo a se stessi. REIKI non cura! Non risveglia dal coma, non allunga la vita, però permette alla persona di scegliere se trarre o meno un insegnamento e una trasformazione, dalle esperienze vissute. Essere buoni reikisti richiede di usarlo prima di tutto su di sé: "fare del bene agli altri" comincia dalla propria persona. E ci si accorge quando una persona usa reiki per sé o meno. Reiki. agendo su noi stessi, aiuta a mettere a nudo le intenzioni più vere e nascoste, come il desiderio di essere importanti per gli altri, la manipolazione esercitata sulle persone attraverso le proprie aspettative, la pretesa che siano gli altri a cambiare, ma non noi. Ecco perché moltissimi cercano REIKI, nel percorso di evoluzione e perché altrettanti lo rifiutano. | ||
REIKI SHIKI RYOHO TEATE
Il metodo Shiki Ryoho-Teate, fu fondato nell'aprile 1922 (sulla base di un'esperienza spirituale del 1914) dal maestro buddhista giapponese di scuola "tendai", Mikao Usui (1865-1926).
E' molto diffuso in occidente, dove però è stato successivamente influenzato dal "nuovo pensiero" americano: il metodo diffuso, e passato come metodo Usui, in realtà fu modifcato già nel 1931 dall'allievo Hayashi, e successivamente, alle Haway, da Hawayo Takata (allieva di Hayashi). Quest'ultima formò i "Masters" che portarono, dal 1980, il metodo in Europa (a partire dalla Gran Bretagna).
Quindi quello che conosciamo è il risultato di trasformazioni del metodo originale di Usui, che continua ad essere per molti versi sconosciuto, perché gli occidentali, che piaccia o no, non hanno tutt'ora accesso al reiki praticato attualmente presso la Usui Reiki Ryoho Gakkai (organizzazione con sede a Tokyo, fondata da Usui).
Inizialmente consisteva di tre livelli, di cui il terzo corrispondeva al "master".
In seguito alcuni insegnanti hanno allungato il percorso spostando il "master" al quarto livello, per favorire l'apprendimento di tecniche e concetti che per molti occidentali sono tutt'ora difficili. In questo metodo, detto "Reiki Universale", si è passati da quattro attivazioni a una,
Alcuni insegnanti continuano a mantenere i soli tre livelli, altri impongono un percorso piuttosto lungo per arrivare al terzo livello/master.
I costi sono ugualmente molto vari.
Il consiglio è non fidarsi di chi dice che regala tutto (e poi vi fa pagare il pranzo, la dispensa, i cristalli, la foto di Usui, l'acqua benedetta,...): deve sempre esserci uno scambio, e il denaro è la via più semplice per evitare che si instauri un karma di debito.
REIKI metodo MODERNO
COME SONO PASSATA AL REIKI che ho chiamato "MODERNO" (di Ish Gisella Cannarsa) Un tempo "REIKI" era il termine usato per indicare qualsiasi tecnica che insegnasse a gestire il lavoro personale con l'energia. La scuola più famosa è attribuita a Mikao Usui, giapponese, forse perché quella più organizzata, metodica. Ma, non era l'unica. Oggi esistono tanti metodi di reiki e tanti tipi di corsi di reiki. I METODI esprimono tecniche finalizzate a traguardi un po' diversi tra loro. Ad esempio: "Usui", "Universale", "Komyo", "Seichem", "Karuna", "Vajra Tummo", "Kundalini", "degli Angeli", "dei Cristalli", ecc..... Cosa cambia? L'insieme delle norme applicate, in base alle percezioni e convinzioni individuali di chi ha ideato il metodo. I CORSI si differenziano tra loro per ulteriori scelte ed interpretazioni dell'insegnante, che mantiene rigidamente immutati, o al contrario, personalizza i contenuti, proponendo programmi con più o meno meditazioni, più o meno storia del reiki, più o meno pratica reiki, più o meno attaccamento alle tradizioni, più o meno ritualità e devozione... Questo ha implicato, per esempio, che nella realtà attuale i metodi "Usui", "Karuna", "Seikem" ecc, sono insegnati in modi molto diversi, nei corsi sul mercato. Ma non si può dire che un metodo sia meglio dell'altro. Funzionano tutti, se si mettono in pratica le tecniche, al di là di quello che è il "ricamo esperienziale" di ogni insegnante (il "master"). Non si può nemmeno dire che un corso sia meglio di un altro: non è nello spirito del reiki criticare negativamente, perché c'è consapevolezza che ognuno sceglie ciò di cui ha bisogno in quel momento. I vari Reiki, come ogni tecnica antica, hanno quindi subito molte trasformazioni ed adattamenti che li hanno resi più comprensibili, a volte più appetibili e "facili" e, sicuramente, più commerciali: ma al di là del problema "denaro" (che ogni tanto qualche master novello - bisognoso molto di attirare l'attenzione e ancora squilibrato nel suo rapporto con l'energia "materiale" che il denaro rappresenta - crede di risolvere offrendo corsi gratuiti), ci si deve avvicinare a questa disciplina con curiosità e voglia di sperimentare, consapevoli che acquisire volontariamente una tecnica per lavorare su di sé è una RESPONSABILITA' PERSONALE, perché toglie l'alibi di non saper come dedicare tempo a se stessi! | ||
Da quando cominciai con reiki (1994) è passato tanto tempo. Ho incontrato molti metodi e molti insegnanti. Alcune cose mi sono piaciute, altre proprio no. Alcune le ho superate, accantonate, alcune le ho trasformate. Perché anche io, come tutti, sono in continuo cambiamento, Ad un certo punto del mio cammino (2010) ho sentito la necessità di modificare i corsi che portavo. E in seguito ho anche sentito il bisogno di prendere le distanze da quello che non mi apparteneva più. Sentivo il bisogno di togliere fronzoli poco in sintonia con il concetto di "energia di aiuto" e la consapevolezza del suo utilizzo. Per questo ho chiamato il "mio" metodo "Reiki Moderno", nel 2011. Mi sono lentamente distaccata dalla tradizione (peraltro fatta di racconti a volte molto contrastanti), semplificando tutto. Ho voluto rendere il metodo "il più semplice possibile", perché chi si avvicina a reiki ha bisogno di cose semplici, ma senza semplicismi: per capire, per sperimentare, per decidere se fa parte della sua strada o no. E per imparare velocemente, così da applicarlo subito. La spiritualità che possiamo intravedere nel reiki è legata al fatto che in esso è sottolineata una realtà che va al di là della materia tangibile, ovvero l'energia. Ma non essendo una religione, reiki non crea un contatto privilegiato con "Dio", non dona poteri soprannaturali. Non rende migliori, se non si ha volontà di essere migliori. In compenso può accompagnare nel cammino introspettivo, meditativo, perché sostiene psicofisicamente, quando si ha il coraggio di guardare in faccia le proprie limitazioni ed elaborarle. Così ho preferito definire il mio metodo "Reiki Moderno": trova le sue radici nel metodo Reiki di Usui (Shiki Ryoho e Teate), di cui utilizzo i quattro simboli e ad esso ho affiancato - nella sua integrità - il reiki Tibetano Vajra gTummo, dedito allo sviluppo della Volontà personale. Pertanto il reiki che insegno è come il re nudo: privo di promesse di "cura e facile guarigione", scevro da implicazioni di chakra apribili e kundalini galoppanti. Forse poco misterioso e troppo semplice, per alcuni. Ma perché dire cose che per me non sono vere? |
REIKI TIBETANO VAJRA gTUMMO
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RICERCHE SCIENTIFICHE, EFFETTI DEL REIKI, STRUTTURE SANITARIE IN CUI E' ACCETTATO | ||
L’ Helfgott Research Institute, presso il National College of Naturopathic Medicine (Portland, Oregon, USA) ha realizzato lo studio "The Effect of Reiki on the Immune System". Questo studio ha esaminato gli effetti del Reiki sui globuli bianchi dei volontari collocati in 3 gruppi: coloro che hanno ricevuto il Reiki, coloro che si sono solo rilassati, coloro che non hanno sperimentato nè il Reiki nè il rilassamento. Il sangue è stato prelevato prima del trattamento, subito dopo il trattamento e quattro ore dopo. I risultati della ricerca evidenziano l’aumento del numero di globuli bianchi per coloro che hanno ricevuto il Reiki. I risultati della ricerca divulgati nel 2004 hanno dimostrato che gli effetti positivi del Reiki sul sistema immunitario possono essere misurati scientificamente. I pazienti che hanno ricevuto Reiki hanno sperimentato un aumento della conta dei globuli bianchi e dei globuli rossi. I pazienti che erano in gruppi di controllo hanno sperimentato pochissimi cambiamenti Questa ricerca non è l'unico esempio di studio scientifico sul Reiki. Anche i pazienti con malattie croniche possono trarre grandi benefici da un miglioramento del funzionamento del sistema immunitario e neuroendocrino. Lo dimostra lo studio “The efficacy of Reiki hands-on healing: improvements in spleen and nervous system function as quantified by electrodermal screening” finalizzato a verificare i benefici del Reiki sullo stato di salute di pazienti con malattie croniche valutati mediante screening elettrodermico. Clicca per leggere in originale
SAVONA Presso la Clinica “San Michele” di Albenga (SV) , una Casa di Cura che integra Reiki ed altri approcci olistici nel perseguire il benessere dei pazienti, dal 2016 diversi operatori sono stati formati al primo livello Reiki VICENZA
genti ed ai responsabili delle varie aree del Ser.T. A seguito del corso si è deciso di proseguire con il progetto sperimentale ed il Ser.T ha inserito tra i suoi programmi di recupero di soggetti alcool dipendenti, anche la disciplina del Reiki.
Oncologica San Bassiano-Onlus. ROVIGO Al Day Hospital Oncologico dell’Ospedale di Rovigo le volontarie della LILT offrono trattamenti e corsi Reiki. PARMA Nel febbraio 2010 è stato attivato presso il Centro Cure Palliative di Fidenza (PR) un progetto che vede inserita la tecnica Reiki all’interno dei piani di cura dei pazienti ospitati. PIACENZA Dal 2016 il Reiki è stato utilizzato presso l’unita operativa di oncologia dell’ospedale di Piacenza. Attualmente l’attività viene gestita dalla Onlus NOI – Nuova Oncologia Integrata – fondata dagli stessi operatori iniziarono ad offrire attività di supporto non farmacologico ai pazienti oncologici e presieduta dalla dott.ssa Livia Bidin, oncologa diplomata in agopuntura che lavora in ospedale. REGGIO EMILIA
trattamenti Reiki ad alcuni ospitI, da parte di una associazione
Casa Residenza “Villa Diamante” (ASP Carlo Sartori) a Campegine (RE), presentato dall’Associazione Maylea. LUCCA L’Ospedale “Versilia” a Lido di Camaiore (Azienda Sanitaria della Regione Toscana) per un certo periodo di tempo ha inserito i trattamenti Reiki tra i servizi a pagamento prenotabili presso il CUP. ROMA
effetti collaterali nei pazienti con neoplasia testa-collo in trattamento radioterapico.
TERAMO Dal 2014 al 2016 all’Hospice di Teramo è stato realizzato un progetto pilota per valutare l’efficacia del Reiki nella riduzione dello stress psico fisico dei caregiver. FOGGIA Nel 2013/2014 è stato realizzato il Progetto “Reiki in corsia” con trattamenti Reiki dei pazienti dei reparti: pediatrico, geriatrico, reumatologico, ostetrico e oncologico. REGGIO CALABRIA Nel 2016 il Centro di Assistenza Oncologica di Siderno (RC) lancia il progetto “Reiki in oncologia” e propone trattamenti Reiki ai propri pazienti. PALERMO All’Ospedale San Raffaele di Cefalù nel 2014 è stata realizzata la seconda edizione del progetto “Reiki e gravidanza” per il personale socio sanitario; nel 2015 un Corso di Reiki per il trattamento del dolore. Il Reiki viene utilizzato nei corsi di accompagnamento alla nascita. |